venerdì 19 febbraio 2010

Esposizione di Scherma (Parigi 1889) - Parte 1

"All'Esposizione di Parigi, dove si è fatto mostra di tutto, vi fu anche, necessariamente, una esposizione di scherma, riuscita vivace, divertentissima: non vi si videro delle figure, ma degli uomini; non dei gruppi in cera, ma dei tiratori pieni di vita. E tutti coloro che si dilettano di spada, deliziandosi nell'udire; Uno, Due, a fondo! e gli appelli, e i toccato (tutto il chiasso, tutti i nomi che fanno trasalire di piacere gli amatori degli assalti) passarono delle bellissime serate.



Intorno a codesta gara di scherma ed alla maggiore o minore valentia dei tiratori che vi presero parte, rappresentanti delle scuole di diversi paesi, non crediamo sia del caso l'intavolare qui una discussione tecnica, teorica, a fondo, sembrandoci piuttosto conveniente il sorvolare, con un breve cenno, all'esame gli schermidori spagnuoli, belgi, danesi, ecc., e intrattenendoci, com'è giusto, a parlare un po' più diffusamente dei tiratori italiani, ai quali gli stessi giornali esteri hanno fatto larga parte nei loro resoconti.



Al torneo internazionale di Parigi, naturalmente, si presentarono molti tra i migliori tiratori francesi, e cioè, i signori: Carrichon, Laurent, Mérignac, Ruzé, Bettenfeld, Berretrot, Michot, Gaillard, Derné, Rue, ecc., professori; e i signori Pra, Chevillard, De Aldama, Guignard, Vavasseur, il conte de l'Angle-Beaumanoir, dilettanti.
Essi, che appartengono tutti alla Scuola di Parigi, che aspira al primato nel mondo schermistico, diedero certo prova di grande valentia, ma però, nel complesso, tenuto conto dell'esito ch'ebbero gli assalti, nel loro confronto con gli italiani, la palma rimase a questi ultimi.



Il carattere pittoresco, anche in fatto di scherma, va scomparendo dappertutto, e così a Madrid si è rinunciato alla scherma archeologica dei secoli XVII e XVIII - un gran peccato per gli amatori della pomposità. A Madrid, ora, si seguono metodi che poco sono diversi da quelli adottati a Parigi ed altrove; ma ciò da poco tempo, e fu Broutin (l'ex maestro d'armi del re Alfonso XII), che cambiò tutto e modernizzò, per così dire, la Spagna.
Non si deve però credere che tutto fosse goffaggine nella scherma spagnuola di un tempo; anzi, quando si rilegge Pablo de Segovia e quando si vede l'eleganza dei tiratori spagnuoli, si conclude col dire che la scherma del secolo XV aveva del buono.



Al concorso internazionale di Parigi i bravi Danesi hanno portato una nota speciale: la nota della ginnastica. Essi hanno una calma meravigliosa, ma hanno pose anche più stupefacenti. Essi si presentano con dei piastroni ricamati, gallonati, istoriati e, prima di mettersi in guardia, prendono una posizione speciale che somiglia molto alla posizione del soldato senza armi, tal e quale è descritta e raccomandata nella Teoria. La loro guardia è un po' contorta, poco graziosa, ma essi stanno solidamente piantati al loro posto, non amano indietreggiare e, se non sono di prima forza, sono però, senza dubbio, amabili e stimabili tiratori. [...]"

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